Spesso accade che si decida di ristrutturare un capannone o un deposito, ma con il fine ultimo di edificare un immobile con uso abitativo. Questa pratica comporta molte spese a causa del cambio d’uso, quando si trasforma un immobile da non abitativo ad uso abitativo, oltre ai vari accertamenti, è necessario pagare al comune di residenza oneri molto salati.
Ma.. c’è una novità. É possibile fruire del superbonus anche per gli immobili non residenziali. É necessario avere un titolo amministrativo da cui risulti chiaramente che i lavori porteranno anche ad un cambio d’uso in abitativo.
L’Agenzia dell’Entrate ha espressamente trattato la questione nella risposta nr. 538. In tale circostanza l’AdE ha trattati degli interventi di riduzione del rischio sismico di un edificio C/2 (ossia magazzini o locali di deposito) con cambio di destinazione in residenziale, il tutto alla luce dell’articolo 119 comma 4 e articolo 121 del decreto legge 18 maggio 2020 n. 34 (cd. Decreto Rilancio).
Rientrano fra le spese rilevanti ai fini del 110%, tutti gli interventi antisismici o di isolamento termico o di sostituzione dell’impianto di riscaldamento e, in presenza di uno di questi anche i conseguenti lavori trainati.
Nel titolo abitativo deve essere sottolineato che l’opera consiste in un intervento di conservazione del patrimonio edilizio esistente e non in un intervento di nuova costruzione (circolare 13/E/2019, pagina 257; risposta 137/2020).
La Faq che è stata pubblicata sul sito dell’agenzia dell’Entrate definisce anche altri aspetti importanti.
É necessario sapere come proseguire a seguito di lavori iniziati prima del 1 luglio 2020 e l’eventuale assenza dell’Ape di partenza. Per produrre l’Ape ante intervento basta cambiare le stratigrafie delle strutture utilizzate e dei dati dell’impianto ante intervento.
Un aspetto fondamentale da dover considerare è la categoria d’appartenenza dell’immobile in questione post-ristrutturazione, è importante infatti che con il cambio d’uso non si ricada in una delle categorie escluse dal superbonus come A/1 e A/8.
La possibilità di ristrutturare capannoni o locali deposito da non abitativo ad abitativo è dunque una occasione molto appetibile soprattutto per coloro che sono proprietari di siti immobiliari produttivi degli anni del boom economico.
Seguire la corretta procedura di questo intervento, pianificare adeguatamente gli aspetti finanziari anche alla luce delle potenzialità del c.d. decreto Rilancio può consigliare lo studio tecnico ad essere accompagnato da esperti degli aspetti fiscali e di gestione finanziari.
Il nostro studio offre un servizio ad hoc, bonuscertificato 110, per accompagnare lo studio tecnico nelle procedure fiscali e finanziarie inerenti gli interventi superbonus, il tutto senza gravare finanziariamente su nessuno visto la modalità di pagamento della consulenza e dell’emissione del visto di conformità in modalità sconto in fattura.